domenica 17 ottobre 2010

Mafalda: la nascita e la scalata verso il successo

Joaquín Salvador Lavado è un autore di fumetti argentino. Egli è più conosciuto come Quino, dato che in famiglia, fin dalla nascita venne chiamato così per distinguerlo dallo zio, pittore e disegnatore pubblicitario.

Quando terminò la scuola dell'obbligo si iscrisse alla Scuola di Belle Arti che abbandonò dopo quattro anni.L'anno successivo vendette il suo primo fumetto di una pubblicità di un negozio di tessuti.
Nel 1954, dopo un vano tentativo,si trasferì a Buenos Aires con l'intento di realizzare il suo sogno di lavoro,e questa volta le cose andarono diversamente: i suoi disegni infatti vennero pubblicati regolarmente sulla pagina umoristica del settimanale "Esto es". È solo l'inizio di una lunghissima carriera che ha visto i suoi disegni comparire su centinaia di quotidiani e periodici latino americani ed europei. Nel 1957 iniziò a pubblicare con regolarità su "Rico Tipo" e l'anno successivo cominciò ad occuparsi anche di grafica pubblicitaria. Il 1963 è da ricordare soprattutto per la nascita di Mafalda.
La genesi della piccola-grande bambina è abbastanza strana: doveva infatti servire per pubblicizzare una marca di elettrodomestici: la "Mansfield" il cui logo conteneva una M e una A (da cui Mafalda). Quino non fece quella campagna pubblicitaria ma gli restarono alcune strisce. Nel 1964 la bambina, a cui il nome di Quino è ormai indissolubilmente associato, comparve in tre strisce pubblicate da "Gregorio", supplemento umoristico della rivista "Leoplán". Il 29 settembre Quino inizia a pubblicare regolarmente le strisce di Mafalda su "Primera Plana", il settimanale argentino più importante dell'epoca. Il 9 marzo dell'anno successivo terminò la collaborazione con il settimanale e Mafalda passò sulle pagine del quotidiano "El Mundo". Per il Natale 1966 l'editore Jorge Álvarez pubblicò il primo libro che raccoglieva in ordine cronologico le strisce di Mafalda. La tiratura di 5.000 copie andò esaurita in due giorni.


La collaborazione con "El Mundo" andò avanti per oltre due anni e mezzo, fino al 22 dicembre 1967 quando il quotidiano chiuse. Nel frattempo Jorge Álvarez pubblicò il secondo volume-raccolta delle strisce. La terribile bambina ricompare in edicola solo il 2 giugno 1968 (su "Siete días"). In quell'anno non solo Jorge Álvarez pubblica altri due volumi di Mafalda, ma per la prima volta trenta strisce del personaggio vengono pubblicate in Italia all'interno del volume antologico "Libro dei bambini terribili per adulti masochisti". Il primo volume completamente dedicato a lei in Italia apparve solo un anno dopo: si intitolava "Mafalda la contestataria" e la prefazione portava la firma di Umberto Eco; intanto in Argentina usciva il quinto volume della serie.Dopo aver abbandonato la creazione di Mafalda il 25 luglio del 1973, "per essere a corto di idee", secondo la dichiarazione dello stesso autore, Quino si trasferisce a Milano, da dove continua a realizzare le pagine di umore anche pungente che non ha mai smesso di fare. Fino al 1999 ha pubblicato alcune vignette nel supplemento domenicale del quotidiano spagnolo El Pais. Nel 2004, in occasione dei 40 anni di Mafalda, inaugura a MIlano la mostra itinerante: "In viaggio con Mafalda", curata da Ivan Giovannucci, si compone di 60 pannelli con 77 strisce e 50 tavole di humour. Nel 2008 è stato ospite d'onore dell'importante fiera di fumetti e videogiochi italiana Romics. Nell'agosto 2010 il ministro della Cultura e Comunicazione francese Frédéric Mitterand lo nomina Cavaliere de l'Ordre des Arts et des Lettres (italiano: Ordine delle Arti e delle Lettere).

Io, personalmente, sono una grandissima fan di Mafalda, grazie a mia madre (fan anche lei) che me la fece scoprire fin da piccola (ancora conserva alcuni stickers del mio idolo, e con uno di questi, che regalò, attaccato ad uno specchietto, conquistò definitivamente mio padre).

Oggi colleziono le sue agende ricche di strisce fumettistiche con protagonista lei, la sua famiglia e i suoi amici.

Di Francesca Castiglione

2 commenti:

  1. Aggiungo che nel 1977 l'UNICEF chiese a Quino di illustrare la Dichiarazione dei diritti del bambino, cosa che, ovviamente, Mafalda e tutti i suoi amici hanno fatto egregiamente!!!

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  2. Dato che tu hai fatto -molto bene- questa recensione su Mafalda, anche io voglio farne una su un fumetto, il mio preferito, RatMan! :)

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